ANKARA. 23 LUG. La scure della censura turca si è abbattuta di nuovo su Twitter.
Il social network è stato bloccato oggi per oltre due ore finché non ha rimosso, come richiesto dalle autorità di Ankara, foto e video dei momenti successivi alla strage di Suruc, dove lunedì un kamikaze dell’Isis ha ucciso 32 volontari che volevano portare aiuti a Kobane.
Il divieto, emesso questa mattina da un giudice di Suruc, riguardava “la pubblicazione di materiale visuale legato all’attacco terroristico”. Un bavaglio che riguarda tutti i media. Non è escluso, quindi, che nuove sanzioni possano colpire giornali e tv.
La Turchia ha dimostrato più volte, come la censura arrivi immediata. Anche perché è lì che sono nate molte delle proteste dopo la strage, portando a diversi scontri e all’arresto ieri di 49 manifestanti.
L’hashtag #TwitterBlockinTurkey è entrato subito in testa alle tendenze mondiali del social network, mostrando ancora una volta le difficoltà nell’applicazione della censura sul web.
Per Twitter si tratta dell’ennesimo scontro con Ankara, che lo scorso anno decise di censurarlo proprio alla vigilia di delicate elezioni amministrative.
Del resto l’ostilità del presidente Recep Tayyip Erdogan ai social network, strumento fondamentale delle proteste di Gezi Park di due anni fa, non è una novità.
Lo scorso anno la Turchia è risultato il Paese al mondo che ha presentato più richieste di rimozione di tweet sgraditi, per un totale di 663.Tweet riguardo #TwitterBlockinTurkey
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