GENOVA. 17 MAR. Il 17 marzo del 1938 nasceva su un treno nei pressi di Irkutsk, Rudolf Nureyev, il più grande ballerino di tutti i tempi.
Inizia i suoi studi ad 8 anni ed a 19 è già uno dei più grandi ballerini della Russia. Nel 1961, rifiuta il rimpatrio forzato da Parigi, impostogli dal governo russo: rivedrà il suo Paese solo nel 1989. Intanto, diventa una stella del ballo anche in Occidente, prima con la compagnia del Marchese di Cuevas, poi con il Balletto Reale Danese di Erik Bruhn e, soprattutto,con il Royal Ballet di Londra. A Londra, forma, con Margot Fonteyn, una coppia destinata ad incantare il pubblico di tutti i teatri del mondo.
Lo chiamavano “Il tartaro volante” , infatti i suoi genitori erano tartari. A differenza dei suoi colleghi, Nureyev rifuggì da prestabilite etichette di ruolo, spaziando dalla danza narrativa a quella concertante e astratta, desideroso di affrontare ogni sfida artistica. Per lui la danza era la vita stessa come affermava. “La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno.”
Oggi per la danza classica, è una ricorrenza importante che la porta a ricordare a chi ha dato tanto ad una forma d’arte così bella e dura al contempo. Nureyev quando ci ha lasciati viveva a Parigi nel 1993, ed aveva 54 anni.
FRANCESCA CAMPONERO
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