Si è abbattuta una tromba d’aria che ha disboscato 50 mila ettari della foresta sulla Carnia alla Val di Fiemme. Ma il maltempo non dà tregua.
La montagna bellunese continua ad essere flagellata da pioggia vento e lampi. Il bilancio è pesante: 5mila famiglie senz’acqua potabile e 12mila al buio. Ormai si parla di “Apocalisse nelle Dolomiti“.
L’acquedotto di Serrai di Sottoguda è stato portato via dal fango – il parere degli esperti è tassativo – va completamente rifatto e ci i vorranno anni di lavoro! «Una distesa di abeti galleggia sull’acqua, pronti a rotolare a valle ̶ ha detto il sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern ̶ come un eterno Vajont, 55 anni dopo la strage di Longarone. Cento anni fa la Grande Guerra non rase al suolo i nostri alberi come ha fatto il vento qualche giorno fa!.»
Paola Favero, tenente colonnello dei Forestali ha stimato:« E’ stato peggio di un bombardamento a tappeto! Ci vorranno 4 o 5 anni per ripulire i boschi dal disastro, si parla di 4 milioni di piante da sostituire, ma la Coldiretti ha addirittura portato le stime a una decina di milioni. E’ un colpo mortale per l’ecosistema ̶ prosegue l’ufficiale – perché con l’azzeramento di interi boschi si azzera anche la biodiversità e si cambia perfino il clima locale, si influisce sul regime idrogeologico, si possono favorire dissesti, frane e valanghe.» ABov.
(nei video dei vigili del fuoco: 1 – Ricognizione aerea dei droni del nucleo SAPR (sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) dei Vigili del fuoco sulle aeree del bellunese interessate dall’emergenza maltempo dei giorni scorsi. Una visione sul Monte Peralba, sulla centrale elettrica in Val Frisone su Santo Stefano di Cadore; 2 – La diga di Comelico e la zona di Cadore; 3 – Una ricognizione aerea dell’area del Bellunese).