Home Cronaca Cronaca Italia

CALDEROLI OFFENDE MINISTRO INTEGRAZIONE KYENGE DURANTE COMIZIO. SCOPPIA LA POLEMICA

38

ministro-kyengeROMA 14 LUG. Altro caso molto “spinoso” per la politica italiana che sembra non poter procedere  senza una magagna al giorno. Dalla Lega piomba come un macigno un nuovo attacco razzista al Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, come rivela il CorSera.

L’autore della supergaffe è Roberto Calderoli, Vicepresidente del Senato ed ex titolare del Ministero per la Semplificazione nel premierato Berlusconi. “Fa bene a fare il ministro, ma forse lo dovrebbe fare nel suo Paese. È anche lei a far sognare l’America a tanti clandestini che arrivano qui” – dice il padre del “porcellum” dal palco della festa del partito di Alberto da Giussano a Treviglio. Poi passa agli insulti: “Io mi consolo — tuona Calderoli davanti a circa 1.500 persone — quando navigo in internet e vedo le fotografie del Governo. Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango”. La frittata è fatta, la polemica scoppia come una bomba.

La Kyenge replica: “Le parole di Calderoli non le prendo come un’offesa personale, ma mi rattristano per l’immagine che diamo dell’Italia. Credo che tutte le forze politiche debbano riflettere sull’uso che fanno della comunicazione”. E aggiunge: “Si faccia un confronto serio all’interno della Lega per capire se Calderoli ha intenzione di continuare la sua battaglia politica con le offese”.

Il Pd chiede ora le dimissioni di Calderoli da Vicepresidente del Senato ma la Kyenge dice che non spetta a lei prendere decisioni sul ruolo dell’esponente del Carroccio e invita la Lega ad aprire una riflessione interna sul “[…]tipo di messaggio politico che intende trasmettere all’esterno”.

Calderoli, dopo aver scatenato una raffica di reazioni di condanna, compresa quella del Premier Letta, che ha giudicato le sua parole “inaccettabili”, prova a metterci una pezza: “Ho parlato in un comizio, ho fatto una battuta, magari infelice, ma da comizio, questo è stato subito chiaro a tutti i presenti. Non volevo offendere e se il Ministro Kyenge si è offesa me ne scuso, ma la mia battuta si è inserita in un ben più articolato e politico intervento di critica al Ministro e alla sua politica”.

Un paio di ore dopo: “Si chiedono mie dimissioni per evitare di parlare di altre? Ho invitato il ministro Kyenge ad un confronto a Bergamo, dove mi ha già dato la disponibilità a partecipare anche Roberto Maroni, per scusarmi con lei. Ma non vorrei che il polverone su di me serva a coprire altro, non sarò capro espiatorio”. “Non vorrei – aggiunge ancora l’esponente leghista – che si chiedano le mie dimissioni per evitare di parlare di possibili dimissioni di qualche Ministro per la vicenda Ablyazov. Una mia battuta, per quanto infelice, non può essere paragonata ai danni che questo Governo sta facendo al Paese”.

Oltre alla pronta condanna del Presidente del Consiglio Enrico Letta, si fa sentire, tra gli altri anche, Nichi Vendola, leader di Sel: “L’autore della porcata del Porcellum, l’autore della scellerata maglietta con gli insulti antiislam, si scatena ora con parole vergognose verso il ministro Kyenge. È chiaro ed evidente che Calderoli non può rappresentare degnamente il vertice del Senato. Noi invece – aggiunge – siamo davvero onorati di poter ospitare il Ministro Kyenge alla Festa Nazionale di Sel a Milano il 27 luglio insieme Laura Boldrini”.

Per il Pd risuona la reazione di Anna Finocchiaro: “Le parole del Vicepresidente del Senato Calderoli rivolte al ministro Kyenge sono inaccettabili. Non è possibile e non è degno che un importante rappresentante delle nostre istituzioni insulti, con parole volgari e offensive e razziste una cittadina italiana e ancora di più una donna che oggi, da Ministro, rappresenta il nostro Paese. Domani – annuncia la Finocchiaro – il Pd in Aula a Palazzo Madama chiederà conto a Calderoli delle sue affermazioni. Nel frattempo mi auguro che il Vicepresidente del Senato trovi la dignità di spiegare e di scusarsi con il ministro Kyenge”.

Marcello Di Meglio